Save the Green Planet! / Jigureul Jikyeora!
di Jang Joon-Hwan
Corea del Sud - 2003
Crossover, Drammatico
Chi mastica un po' la cinematografia coreana sa che di solito da quei film ne esce una Corea sempre dilaniata, in cui duri gangster in abiti americani, finiscono per seguire fino alla morte un'onore ed una morale del tutto estranea alla mentalità Occidentale cui sembrano esteticamente appartenere, oppure in cui individui soli e disperati vengono condotti alla follia da una società darwinista in cui chi rimane indietro è finito.
Save The Green Planet! ha ormai la sua decina d'anni, ma condensa tutti questi aspetti dentro una camicia a toppe, composta da pezzi provenienti da ogni angolo cinematografico, cuciniti insieme in modo eccentrico, stilisticamente non perfetto, ma adatti all'indossatore.
Su-ni, una donna di cuore, decisamente. |
Save the Green Planet! racchiude un po' tutte le caratteristiche del moderno cinema coreano, dotato di ironia macabra, splatter ed esplosioni di sentimenti, che sicuramente il pubblico occidentale più mainstream abituato alla coerenza stilistica, emotiva e contenutistica dei nostri film farà storcere il naso, ma qui Jang Joon-Hwan, il regista, si appropria di canoni estetici che hanno fatto la fortuna di registi come Quentin Tarantino e gli da nuova linfa vitale, facendo attraversare al film generi come il noir, lo sci-fi, il melodramma e la commedia, per farci entrate in modo completo nella testa di un individuo che non può semplicemente essere condannato o giustificato, ma a cui vanno le simpatie dello spettatore e del regista, che spezza una lancia a favore di Lee Byeong-gu nel finale fantascientifico del film.
Save The Green Planet! scontato forse nell'intreccio generale, ma ricco di colpi di scena e di pathos nei momenti e nei modi più inaspettati, è un altro piccolo gioiellino del cinema coreano, che regala citazioni (2001 odissea nello spazio e They Live su tutti) senza mai essere scontato o peccare di superiorità, proponendoci una prospettiva nuova e interessante sul modo di fare cinema che noi
occidentali abbiamo cresciuto e poi abbandonato a se stesso.
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