World War Z
di Marc Forster
USA, Malta - 2013
Horror-Zombie
Non dirò molto su quest'ultimo blockbuster hollywoodiano, però una cosa la dico subito: solo tre, dico tre (o forse quattro), gocce (non per modo di dire) di sangue in tutto il film... IN TUTTO IL FILM!
Detto questo, la trama è semplice, c'è Gerry Lane (Brad Pitt) ex agente delle nazioni unite, che ha scelto infine una vita tranquilla al fianco della sua famiglia, ma sfortuna vuole che scoppi un'apocalisse "zombie", lo ricontatti il suo amico Thierry Umutoni (Fana Mokoena), sottosegretario dell'ONU, e addio tranquillità.
Così questo Gerry Lane viene mandato dall'esercito, unico potere rimasto a reggere gli Stati Uniti, in giro per il globo alla ricerca di una cura per il virus o qualcosa di simile: prima in Corea del Sud, poi a Gerusalemme (preterizione: meglio non pronunciarsi su come viene affrontata la questione israeliana e le chiacchiere filo israeliana del protagonista che sintetizza la storia in una ventina di secondi) ed infine in Galles, dove non scopre un bel nulla in nessuno di questi posti, ma il suo viaggio gli permette di mettere insieme degli indizi che in un momento di illuminazione lo rendono consapevole della soluzione.
Ora, io non so se dirvi l'originale soluzione che questo film propone all'apocalisse zombie, perchè in fin dei conti tre sono le cose che più fanno gola ad un appassionato di non-morti in uno zombie-movie, ovvero: l'origine del virus, la caratterizzazione degli zombie, la soluzione o non soluzione che gli umani escogitano per sopravvivere.
Analizziamo queste cose in ordine, così se non volete saperle le saltate:
-L'origine del virus: non viene narrata, bensì si accenna a questo soggetto zero, il primo contagiato che a dire il vero non ricordo se è indiano o della corea del sud, perchè è veramente accennato in un dialogo velocissimo e... perdonatemi.
-La caratterizzazione degli zombie: no, non sono zombie, anche se li chiamano esplicitamente così; sono "rabbiosi" alla "28 giorni dopo" che si muovono come formiche o sciami di cavallette inarrestabili. Ora la questione è questa: io amo gli zombie romeriani (lenti, scemi, sanguinolenti), ma sono anche aperto al rinnovamento di un genere che troppo spesso si ripete, però se volete introdurre "nuovi morti viventi" dovete perdere un po' di tempo a spiegarne le caratteristiche, ad esempio se mordono solo per diffondere il virus o si nutrono, se sono veramente morti, se sono ciechi, se hanno una coscienza collettiva,ecc. Non possono i ricercatori dell'OMS dire quattro cose ed accontentarsi, come non puo' Pierfrancesco Savino (altro ricercatore) accennare al fatto che "se ne ammazzi uno, gli altri si inferociscono di più" come fossero dei borg di Startrekkiana memoria.
-La soluzione: eccoci qui, questa è davvero bella, infatti la soluzione è (rullo di tamburi)... Diventare dei malati terminali! Sì, perchè gli zombie non attaccano i malati terminali, come fossero un supervirus intelligente. Lo ammetto, è una cosa nuova e quindi mi è piaciuta, ma non è sviluppata minimamente! Dannazione, ma ve lo immaginate un esercito di appestati contro un esercito di zombie? Il film non spiega bene se creano una specie di finto-virus che inganna gli zombie e quindi le persone non sono davvero malate (il che cozzerebbe con la capacità dei non-morti di riconoscere lo stato delle vittime), o se effettivamente si distribuiscono fiale di malattie mortali per rendere "invisibili" gli esseri umani e... ho detto tutto.
Tirando le somme il film è guardabile, poichè sostenuto da una regia, una fotografia, un montaggio ed una recitazione degne di una grande produzione: si preferiscono infatti scene brevi, inquadrature spesso da handy-cam stile report di guerra alternate a maestose riprese aeree di zombie in CG, le scene di azione sono adrenaliniche e reggono il film, Brad Pitt/messiah fa il suo dovere... Il problema è decisamente la sceneggiatura, tralasciando le cose che ho detto prima, c'è da aggiungere il piattume totale dei personaggi scritti solo per far andare avanti Gerry nel suo viaggio.
Se devo dare un voto al film, gli do la sufficienza, perchè se l'intento era quello di intrattenere il pubblico, beh, Marc Forster ci è riuscito egregiamente, ma se il film mirava ad imporsi nello sconfinato panorama degli Zombie-movie non ci è riuscito.
E POI NON È POSSIBILE VEDERE UN FILM DI ZOMBIE SENZA SANGUE!
Voto Finale: 6/10
di Marc Forster
USA, Malta - 2013
Horror-Zombie
Non dirò molto su quest'ultimo blockbuster hollywoodiano, però una cosa la dico subito: solo tre, dico tre (o forse quattro), gocce (non per modo di dire) di sangue in tutto il film... IN TUTTO IL FILM!
Detto questo, la trama è semplice, c'è Gerry Lane (Brad Pitt) ex agente delle nazioni unite, che ha scelto infine una vita tranquilla al fianco della sua famiglia, ma sfortuna vuole che scoppi un'apocalisse "zombie", lo ricontatti il suo amico Thierry Umutoni (Fana Mokoena), sottosegretario dell'ONU, e addio tranquillità.
Così questo Gerry Lane viene mandato dall'esercito, unico potere rimasto a reggere gli Stati Uniti, in giro per il globo alla ricerca di una cura per il virus o qualcosa di simile: prima in Corea del Sud, poi a Gerusalemme (preterizione: meglio non pronunciarsi su come viene affrontata la questione israeliana e le chiacchiere filo israeliana del protagonista che sintetizza la storia in una ventina di secondi) ed infine in Galles, dove non scopre un bel nulla in nessuno di questi posti, ma il suo viaggio gli permette di mettere insieme degli indizi che in un momento di illuminazione lo rendono consapevole della soluzione.
Ora, io non so se dirvi l'originale soluzione che questo film propone all'apocalisse zombie, perchè in fin dei conti tre sono le cose che più fanno gola ad un appassionato di non-morti in uno zombie-movie, ovvero: l'origine del virus, la caratterizzazione degli zombie, la soluzione o non soluzione che gli umani escogitano per sopravvivere.
Analizziamo queste cose in ordine, così se non volete saperle le saltate:
-L'origine del virus: non viene narrata, bensì si accenna a questo soggetto zero, il primo contagiato che a dire il vero non ricordo se è indiano o della corea del sud, perchè è veramente accennato in un dialogo velocissimo e... perdonatemi.
-La caratterizzazione degli zombie: no, non sono zombie, anche se li chiamano esplicitamente così; sono "rabbiosi" alla "28 giorni dopo" che si muovono come formiche o sciami di cavallette inarrestabili. Ora la questione è questa: io amo gli zombie romeriani (lenti, scemi, sanguinolenti), ma sono anche aperto al rinnovamento di un genere che troppo spesso si ripete, però se volete introdurre "nuovi morti viventi" dovete perdere un po' di tempo a spiegarne le caratteristiche, ad esempio se mordono solo per diffondere il virus o si nutrono, se sono veramente morti, se sono ciechi, se hanno una coscienza collettiva,ecc. Non possono i ricercatori dell'OMS dire quattro cose ed accontentarsi, come non puo' Pierfrancesco Savino (altro ricercatore) accennare al fatto che "se ne ammazzi uno, gli altri si inferociscono di più" come fossero dei borg di Startrekkiana memoria.
-La soluzione: eccoci qui, questa è davvero bella, infatti la soluzione è (rullo di tamburi)... Diventare dei malati terminali! Sì, perchè gli zombie non attaccano i malati terminali, come fossero un supervirus intelligente. Lo ammetto, è una cosa nuova e quindi mi è piaciuta, ma non è sviluppata minimamente! Dannazione, ma ve lo immaginate un esercito di appestati contro un esercito di zombie? Il film non spiega bene se creano una specie di finto-virus che inganna gli zombie e quindi le persone non sono davvero malate (il che cozzerebbe con la capacità dei non-morti di riconoscere lo stato delle vittime), o se effettivamente si distribuiscono fiale di malattie mortali per rendere "invisibili" gli esseri umani e... ho detto tutto.
Tirando le somme il film è guardabile, poichè sostenuto da una regia, una fotografia, un montaggio ed una recitazione degne di una grande produzione: si preferiscono infatti scene brevi, inquadrature spesso da handy-cam stile report di guerra alternate a maestose riprese aeree di zombie in CG, le scene di azione sono adrenaliniche e reggono il film, Brad Pitt/messiah fa il suo dovere... Il problema è decisamente la sceneggiatura, tralasciando le cose che ho detto prima, c'è da aggiungere il piattume totale dei personaggi scritti solo per far andare avanti Gerry nel suo viaggio.
Se devo dare un voto al film, gli do la sufficienza, perchè se l'intento era quello di intrattenere il pubblico, beh, Marc Forster ci è riuscito egregiamente, ma se il film mirava ad imporsi nello sconfinato panorama degli Zombie-movie non ci è riuscito.
E POI NON È POSSIBILE VEDERE UN FILM DI ZOMBIE SENZA SANGUE!
Voto Finale: 6/10