Film: Il giovane favoloso - Mario Martone

By Norberto - novembre 06, 2014

Il giovane favoloso
di Mario Martone
Italia - 2014
Biografico

Lo ammetto, ho sempre desiderato dirigere un film su Leopardi -nei miei sogni l'ho fatto tante volte- e sentivo pesantemente la mancanza di una pellicola ben fatta su uno dei personaggi della letteratura (e non solo) italiana a cui sono molto affezionato, a cui siamo tutti un po' affezionati; è da un anno che seguo Martone nella realizzazione di questo film, da quando sentî per la prima volta la notizia su internet, da allora riconosco di essermi gonfiato un po' troppo di aspettative per questo film e ciò probabilmente ha influenzato il giudizio sull'opera che sto qui per scrivere.

Cominciamo dal fatto che mi ha insospettito il tanto, troppo, parlare di un film su Giacomino prima ancora che uscisse nelle sale (dalla sua presentazione a Venezia 71): questa è una cosa che di solito accade con film pompati che hanno, prima ancora di essere visti, la presunzione di voler essere esportati e venduti fuori patria, e che questo accada con Leopardi ha fatto strisciar fin sotto le mie narici una certa puzza, anche se molto meno pestifera, di cinemadavenditoridifumo.
   Passiamogliela, tanto non è riuscito nel suo intento, anche se mi sono sempre immaginato un film su Leopardi come un qualcosa più di nicchia (non di nicchia, attenzione, ma TENDENZIALMENTE di nicchia), come una qualsiasi biopic che si rispetti su un autore che scrive POESIE -ma sarò io il solito hipster che pretende prodotti meno fruibili dal grande pubblico- e quindi mi taccio su questa considerazione: passiamogliela perché c'è Martone, c'è Elio Germano e ci sono 8 milioni (!) di euro di produzione.

Arriviamo finalmente al film vero e proprio, sarò corto e schematico:
"Il giovane favoloso" ha due difetti, un pregio e tante cose in mezzo.

Le tante cose in mezzo sono quelle che lascio ad un giudizio meramente soggettivo, come la scelta della musica (che ho apprezzato, tranne per aver inserito un brano cantato in inglese, sarebbe stato gradito l'utilizzo di altra elettronica strumentale e l'inserimento di un brano post-rock a questo punto), la fotografia (che io ritengo ottima, ma credo anche questo sia un giudizio estetico che lascio agli individui), la recitazione (OTTIMO GERMANO, bocciati gli altri), l'inserimento di sequenze oniriche (bocciata questa scelta che trovo esteticamente insufficiente e discontinua all'interno del film per poter essere apprezzata) e la regia (bocciato Martone che, come segnalato dall'articolo americano sopra, soffre di eccessivo didascalismo sterile e scolastico, forse più adatto ad un documentario, ma su questo torneremo; ho apprezzato tantissimo il periodo Napoletano che mette alla prova le varie anime leopardiane).

I difetti imperdonabili:
"Il giovane favoloso" è un film che, ammettiamolo, aveva una responsabilità ENORME, ovvero svegliare dal letargo cinematografico un gigante come Giacomo Leopardi -e questo in effetti è un merito intrinseco- ma su come l'abbia fatto ne sono rimasto deluso, ed a quanto pare, con me molti.

1. Un Leopardi che strizza l'occhio a tutti
Contenuti

 Cosa voleva esattamente raccontarci Martone del poeta di Recanati? BOH!
Credo che nessuno possa uscire dalla sala con una risposta a questa domanda, proprio perché l'intento, mal celato, di quest'opera è quello di piacere a tutti, ma attenzione... Sì può davvero fare un film su un poeta che la maggior parte degli italiani impara ad odiare a scuola, che piaccia a tutti?
No.
Sarò più esplicito: Martone non si schiera, Martone non decide di narrare una delle mille sfaccettature complesse di Leopardi, ha la presunzione di trattarle tutte e nessuna (il rapporto con la malattia, con la poesia, con la famiglia, con Ranieri, con Recanati, con gli altri letterati, con la morte, con il sesso, ecc.) e questa la vedo come una grande offesa ad un pensatore che di certo non manca di spessore e complessità su ognuno dei temi citati.
Insomma, Martone si è voluto sostituire alla scuola Italiana ed ha fatto il suo stesso gioco, ci ha presentato un lavoro didascalico e scolastico, che vuole dire tutto e non dice niente, che non affronta nessun aspetto con la dovuta profondità e che non si schiera: questo lo può fare l'insegnante che presenta Giacomo Leopardi ad una classe liceale, ma non un ARTISTA che vuole proporre al pubblico un'OPERA.




Chiudo questo primo difetto dicendo che ho trovato tanto simpatico quanto odioso l'accennare all'omosessualità di Leopardi senza prendere una posizione neanche su questa cosa, anche perché non credo l'abbiano notata tutti... Rimando a questo articolo , che non condivido in pieno perché troppo di parte, ma che forse per la maggior parte delle persone che vanno a vedere il film con la sola conoscenza scolastica del poeta è una cosa nuova.




2. Una regia confusa
Forma

In realtà mi sono già espresso sulla regia nelle righe precedenti, ma qui vorrei porre l'attenzione su una cosa che, a differenza delle precedenti, giudico OGGETTIVA:
Io rimarrei seduto su una sedia anche a veder scorrere clip di attori dilettanti che provano ad interpretare Leopardi, quindi Elio Germano l'ho visto con piacere, ma non posso non riconoscere che l'esagerata lunghezza del film non è giustificata da Elio Germano che recita bene.
Il film non ha una trama vera e propria, e salta gli anni centrali della vita di Leopardi che reputo tanto importanti quanto gli altri, quindi non posso capire quale razza di ragionamento ci sia dietro una scelta del genere se non la pura "spettacolarizzazione" e l'effimero tentativo di voler raccontare tutta la vita del poeta (per le ragioni precedentemente illustrate), in più la scelta delle solite poesie (poche a dire il vero, ma passi la Ginestra) non giova certo a far scoprire qualcosa di nuovo allo spettatore italiano (è per questo anche, che ho detto che è un film che mira con presunzione ai mercati americani).

Anche qui chiudo facendo notare che il film in realtà, a parte il tentavo audio-visivo con la scelta di brani insoliti per un film del genere, non ha nessuna trovata estetica degna di questo nome ed un'opera d'arte senza trovate estetiche interessanti non può superare la sufficienza.



Il pregio
In realtà il vero pregio di questo film l'ho più volte detto -oltre l'interpretazione di Elio Germano- ed è il fatto meraviglioso che per un po', qui in Italia, si parla di Giacomo Leopardi scardinando l'inutile categoria di pessimismo, e soprattuto, lo si fa  fuori da un'aula scolastica.


Voto 6,5/10



P.S.: Antono Ranieri non era un sant'uomo.

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